LINEA DIRETTA CON…. Agostino Ginocchio.

“Comandante di un plotone mitraglieri di una compagnia impegnata contro l’avversario mosse all’attacco effettuato lo spostamento di un’arma precedendola sul movimento per battere più efficacemente elementi di fanterie nemiche che tentavano li aggiramento del reparto S1 di Belgassen “. Era il 13 maggio 1943 “Comandante di pattuglia di esplorazione spinta su posizione nemica al quanto distante dalle nostre linee, assolveva il compito assegnatogli con audacia e aggressività : fatto segno a fuoco di mezzi blindati nemici sopraggiunti si svincolava ordinatamente rientrando con la pattuglia al completo. Forniva notizie utili sul nemico. “Era il 2 gennaio 1941, ad Agedabia in Libia.gue_gaPer questa operazione gli è stato notificato encomio solenne. ”Eroico combattente d’ Africa con il Glorioso 7° Rgt, ferito e decorato al valore porta costantemente nella vita quella passione e quell’ amore cremisi che lo distinsero sui campi di battaglia nella sua prima giovinezza” Era 16.4.1989 e l’ ass. naz. bers. conferiva l’ attestato-di benemerenza con questa importante didascalia e con la medaglia d’oro al suo intemerato bersagliere il ten.col. Agostino Ginocchio, nato a Bergamo il 30.12.16 residente a Seriate, 81 anni di età. La guerra gli ha segnato la vita e il corpo. Ginocchio continua a ripetere “ basta guerre, basta”, la guerra lo ha ferito dentro e fuori. Ha ancora in casa i frammenti frastagliati e taglienti della granata che il 21.4.42 gli ha spappolato una spalla e gli è penetrata in corpo fermandosi ad un millimetro dal polmone. Viene ricoverato a Bengasi poi a Trapani e infine a Bergamo ( 13.6.42). L’avventura bersaglieresca di Agostino Ginochio comincia il 30.6.40 e si chiude il 13.5.43 dopo tre anni precisi in cui ne ha viste di tutti i colori. Un bel giorno che era al corso ufficiali a Pola arriva l’ordine di partire di notte. In colonna meccanizzata vanno a Bologna, Milano, Torino (“al confine si sparava”), ancora Bologna, poi Napoli: messi su una barca si trovano a Tripoli. Andrà nelle trincee di Tobruk il ten. Ginocchio, lui e i suoi bersaglieri. E’ guerra. I ricordi si azzuffano nella memoria del soldato, si intrecciano. Quando è morto Grillo. Grillo era un attendente di Ginocchio ragazzo napoletano simpatico e scherzoso. “Un giorno sparano a mitra verso di noi Grillo cade. Alzati ! Dico io. Lui non si muove. Lascio stare pensando che sia una delle solite goliardate di quando sceneggia di essere ferito per l’ ilarità della truppa. Dai Grillo tirati sù, adesso! Insisto. Finché gli scorgo il viso segnato dal sangue, Grillo era morto. Senza un gemito. Ed era attaccato a me. Io sono qui ancora.” Un altra volta, sempre in trincea a Tobruck. Si presentano due soldati. Parola d’ordine chiede la sentinella. La dicono entrano. Si aggirano nel campo, incerti. Li avvicino, cosa volete? Capisco dalla risposta che non sono Italiani. “la parola d’ ordine che avete detto -deserto- è giusta continuate pure”. Ma Ginocchio allerta i bersaglieri, su le armi, quelli là sono Inglesi, e nemici. Per 30 giorni di licenza non usufruita viene retribuito con 2370 lire. Ha fatto del bene a tutti una volta diventato comandante militare del distretto di Lovere. Le suore di quel convento lo venerano come un santo benefattore. Una suora passava a raccogliere avanzi e fondi di caffè,Ginocchio glielo ha subito proibito. Da allora il convento ha avuto tutti i giorno caffè buono, pane, pasta, zucchero: “li lanciavamo oltre il muro di cinta”. “Comandante, mia moglie ha le doglie”. Ginocchio prende la camionetta va ha prendere la donna che abita molto distante da Lovere e la porta in ospedale. Questo uomo non esiterà a denunciare Ginocchio ai partigiani. Che a guerra finita lo prendono lo mettono in piazza, pronto alla fucilazione. Arriva il parroco di Lovere “ prima di ammazzare lui uccidete me!”. Lo slegano è la terza volta che Ginocchio rifiuta la corte della morte. Ma si lascia sorprendere il ten. Ginocchio dalla dolce e giovane Gloria,una bella ragazza di Bergamo che sposerà, dalla quale avrà figli, e che oggi è una quotata giocatrice di bocce. Ai bersaglieri del col.Ginocchio è attribuita la vita del col. Gheddafi. Proprio lui il dittatore di Libia. Fu un giorno nel deserto, nel ’41 Ginocchio e i suoi erano di pattuglia e incontrano una carovana che proveniva da Aden. Povera gente e disperata: già sei bambini erano morti di sete. Non avevano più acqua mentre conservavano quella per le abluzioni religiose. I bersaglieri forniscono acqua alla carovana,così non muore più nessuno. In quella carovana dicono che c’era Muammar Gheddafi. Che aveva un anno. Il labaro personale del bersagliere Agostino Ginocchio. Il ten.col. Agostino Ginocchio iscritto alla sezione bersaglieri di Seriate, ha impacchettato un invidiabile gruzzolo di riconoscimenti per aver compiuto atti intrepidi e di audacia guerresca. E’ stato quindi insignito da quattro Croci di guerra : una al valore, tre al Merito; una medaglia d’argento per la guerra in Libia ; una di bronzo per la campagna di Albania nel ’39; un altra di bronzo per la guerra ‘4O-’42. Oggi il ten.col. Ginocchio è quel distinto e tranquillo signore che passa spesso in bicicletta per le strade della zona 167 Nord di Seriate. E zufola. Sempre fischietta, come un passerotto libero e felice. Lui sa per davvero cosa sia la guerra, ed e troppo felice che sia finita.